La storia tetra del marchese De Marchettis, il barbablu di Monteverde

#SegretidiRoma

di Rosanna Pilolli 29/09/2016 CULTURA E SOCIETÀ
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Nel quartiere di Monteverde Vecchio, fra la strada che collega via dei Quattro Venti e Villa Pamphilij, si può vedere ancora oggi una villa diroccata che gli abitanti chiamano “la casa dei fantasmi”.

Il rudere si trova esattamente in  Via Calepodio, un martire cristiano ucciso a fil di spada  sotto l’imperatore Alessandro Severo, titolare di una catacomba sull’Aurelia e della tomba in S:Maria in Trastevere nella quale riposano i suoi resti mortali.

Ancora carica di leggende e di oscurità è questa villa un tempo splendida e rinomata per le feste grandiose date al suo proprietario. Era l’abitazione del Marchese Luca de Marchettis, vissuto a metà del XVIII secolo.  Un uomo bellissimo, dai modi raffinati che amava partecipare in incognito alle feste popolari romane di Trastevere e dei quartieri del centro della città. Il suo scopo era tenebroso. Ma la sua personalità era assolutamente affascinante  e soprattutto convincente. Non gli era quindi difficile avvicinare durante i balli le più belle e giovani fanciulle della festa. Le corteggiava inducendole con menzogne ad accompagnarlo nella sua villa di Monteverde. Tutte quelle giovanissime donne alle quali  il gentiluomo prometteva il fidanzamento e un successivo matrimonio, lo seguivano senza timore credendo ingenuamente nella insperata  fortuna di accasarsi con un giovanotto ricco di bell’aspetto e nobile. Appena giunti alla Villa, però, la ragazza subiva violenze e indecenti giochi erotici e infine veniva stuprata e uccisa. Il cadavere fatto sparire attraverso un passaggio segreto che sbucava  nei boschi che a quell’epoca coprivano i dintorni. 

Il Marchese continuava a violentare e uccidere giovani donne in quantità sempre maggiore senza riuscire a fermarsi fino a che quei delitti divennero per lui un’ossessione. A quel punto il gentiluomo assassino credette di essere posseduto dal demonio. Nel tentativo di liberarsi dalla servitù diabolica chiamò in villa  un sacerdote esorcista. Le sedute fallirono una dietro l’altra e alla fine il “demone” o la follia omicida del Marchese più solidi che mai indussero il Marchese a lanciarsi da una finestra lasciata  aperta.

 I servi presenti alla scena e lo stesso esorcista udirono il grido minaccioso del Marchese mentre toccava il suolo:”Tornerò!”

Questo racconto oscuro si è trasportato per tre secoli e ancora oggi c’è ancora che cerca la sua misteriosa tomba in un antro sotterraneo di Villa Pamphilij. E c’è chi evita di passare di sera nella via di San Calepodio per non incontrarsi con uno strano uomo tutto vestito di nero.


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